7 secondi di Filippo Susinno, con Giuseppe Spina, Claudia Portale e Orazio Brancato;
Italia 2023; dramma psicologico; A colori durata 13 minuti.
7 secondi è un cortometraggio drammatico psicologico che racconta la storia di Marco, un uomo omicida che ha trascorso 20 anni in prigione. Il giorno della scarcerazione, Marco si trova immerso in un misto di emozione: nonostante abbia la possibilità di “rinascere”, l’unico sentimento che prova Marco è la paura.

È un corto che affronta un conflitto interiore del protagonista; le tematiche affrontate sono la libertà,le emozioni,la paura ed il significato del tempo: infatti il significato del titolo “7 secondi” allude al concetto che anche un intervallo di tempo breve, quindi 7 secondi, possano essere cruciali e determinanti nella vita di una persona ( i 7 secondi che possono definire il destino di una persona). La scelta sonora ha contribuito a rafforzare l’atmosfera drammatica,per sottolineare i temi presenti all’interno del corto. Anche l’aspetto tecnico, per quanto riguarda inquadrature e riprese, hanno avuto un ruolo essenziale: particolari e inquadrature strette e ravvicinate enfatizzano le loro emozioni; ma anche l’illuminazione, il contrasto tra luci e ombre con tonalità fredde e cupe enfatizza più questa condizione psicologica; infine anche la scelta di utilizzare momenti di silenzio e pause (proprio perché lo stile del regista segue un approccio minimalista e intensamente psicologico). Personalmente posso dire che questo corto è stato uno dei pochi corti che mi ha fatto piangere perchè ha trattato tematiche psicologiche, che se eppure possono sembrare completamente diverse dalla nostra realtà quotidiana, in realtà, il “non perdonarsi per degli errori commessi” , “l’avere paura di affrontare il mondo”, quindi l’ansia, per paura di essere giudicati, circondano la nostra realtà. Una scena che mi ha colpito particolarmente è stata la scena finale in cui la ragazza esclama “Ciao papà” e la scena si conclude con la suspence. Una tematica, che in realtà pochi ne avranno dato importanza, era l’importanza di come vengano trattati, a livello morale, i detenuti. Gli assassini hanno paura che dopo essere usciti dal carcere, nessuno li perdoni per fino i loro figli. Prima di commettere l’omicidio, ci hanno pensato “7 secondi” ma sua figlia “vale più di quei 7 secondi” ed è il motivo per cui vale la pena uscirne. Mostra come sono le carceri e come la “speranza” sta nei figli e nei cari che ci circondano. L’esperienza in anteprima è stata ancora più impattiva e la definirei emozionante, anche perché è come se fossi all’interno di un cinema e i suoni siano molto più amplificati.

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The shell di Giuseppe De Lauri, con Manuela Ventura, Giovanni Carta, Lucia Fossi, Elena Greco e Roberto Stanco;
Italia (Sicilia ct) 2024; Drammatico; A colori durata circa 10 minuti.
La storia è una creazione originale ed inventata dal regista stesso. The shell in italiano significa “la conchiglia”: il termine fa riferimento a una conchiglia vera e propria o a qualcosa di esterno che racchiude o protegge qualcos’altro, come un guscio.
questo anticipa ciò che tratta il film, le tematiche: tematiche di protezione, facciata esteriore o qualcosa che cela un significato più profondo. Il cortometraggio si svolge durante una cena a base di pesce,organizzata da Lorella e Daniele nella loro casa a Catania (Sicilia), In cui viene invitata una coppia. Durante lo svolgimento di questa cena le coppie ricevono una visita dalla figlia Amanda dei due proprietari. La cena si rileva un’opportunità per svelare tensioni familiari e segreti personali. Il tema del “guscio” simboleggia le maschere e le difese che ognuno dei personaggi ha. Potremmo dire che questo corto affronta varie tematiche, come l’apparenza e l’autenticità, vulnerabilità ed il relazionarsi. Il messaggio principale infatti sembra essere una riflessione sull’autenticità, e come spesso le persone siano solo apparenza nei social. Il regista invita lo spettatore a riflettere sul valore delle relazioni autentiche e il desiderio di mostrare la propria identità, vera o falsa che sia. Il corto è ambientato in una casa elegante, un contesto domestico, il quale è usato per creare un’atmosfera intima, ma al col tempo tesa, proprio per far evincere il messaggio che si voleva comunicare. Questa comunicazione si può evincere ancor di più nella scelta sonora, la quale ha un ruolo essenziale nel creare un’atmosfera di tensione. La musica accompagna i momenti di silenzio e intensifica le emozioni non dette. Per quanto riguarda un linguaggio tecnico, ha particolare importanza le inquadrature nei particolari come bocca,faccia o occhi; ma anche nei dettagli presenti sul tavolo. Da questo si può evincere il linguaggio del regista, che cerca di sottolineare le sfumature delle loro emozioni e i momenti di sospensione attraverso inquadrature strette e dettagliate. L’interpretazione degli attori era ottima; sono riusciti a trasmettere in modo conciso, se eppur non parlando,il messaggio. Personalmente è stato uno dei cortometraggi che mi ha colpito profondamente perché a me ha dato completamente un’altra visione. ho visto la figura della figlia Amanda un modo per far vedere, a colui che sta guardando, l’assenza e l’attenzione che un genitore ha nei confronti di un figlio. Come vedano i ragazzi dai 12 ai 17 “bambini” e quindi credono che tutto sia un “gioco” (infatti questa parola viene menzionata più volte). Ho visto le figure genitoriali comportarsi come dei ragazzini, proprio per sentirsi “non boomer”. Della poca importanza che si ha nei confronti di una figlia da non accorgersi che a volte il pericolo e le brutte intenzioni stanno affianco a loro, e può essere chiunque. La scena che descrive più questo momento, è quando la ragazzina mostra le sue vere doti, la sua vera sè, e l’amico del padre la guardi intensamente. Posso concludere che ciò che è stato trattato, circondi l’attualità, e forse è proprio il motivo per cui mi ha colpito particolarmente; Il modo in cui il regista ha deciso di amplificare questi aspetti, tramite i dettagli e la scelta sonora, lasci riflettere in modo incisivo lo spettatore che magari fino a quel momento non ne aveva dato importanza.

– Recensioni a cura di Sofia Carrasi (Liceo Artistico M.M. Lazzaro)